Santo Stefano

Santo Stefano, adagiata lungo il corso del torrente Teva, tra le frazioni viticole della Valdobbiadene presenta i caratteri più originali in quanto già dal ‘500 ha sviluppato piccole attività proto industriali alimentate dalle ruote da mulino lungo il corso d’acqua: da farina, magli da fabbro, falegnami, follatori di lana, moleta… Inoltre nella valle incisa tra i colli a sud era attiva fino alla metà del ‘900 una discreta attività di cava. Al venir meno di questi primordiali opifici ha preso piede l’unica attività possibile in questo contesto orografico, la viticoltura. I colmelli e le vallecole si alternano in una continua rincorsa nel gran teatro delle vigne che gode, qui, della materna protezione della montagna che lo lambisce con rotondi corteggiamenti, nella perenne esposizione al sole. Dal suo storico cimitero si coglie con uno stupefacente colpo d’occhio la valle del Valdobbiadene DOCG, racchiuso tra le colline a Est, la piana a Sud e il Cartizze a Ovest in un caldo abbraccio di borghi, casolari e un’ onda perpetua di anarchiche vigne.

 

La Teva

La Teva, al femminile nella parlata popolare, è un torrente che nasce nel cuore alto di Santo Stefano per sfociare, dopo breve e tortuoso tragitto, nel Piave nei pressi di Vidor. La frazione è disposta ordinatamente lungo l’asta del torrente e lungo il suo percorso sono ancora decifrabili i segni delle attività alimentate dall’acqua. Sulle facciate delle vecchie case, capitelli e affreschi ci accompagnano con dolcezza nel nostro vagabondare di cantina in cantina.